mercoledì, maggio 07, 2008

La strage delle api

E' passato quasi un mese, e sono venuto a saperlo praticamente ieri. Ragazzi, c'è da preoccuparsi.
Fonte: LaStampa.it

10/4/2008 (12:46) - IL CASO - UN DISASTRO AMBIENTALE ED ECONOMICO
La strage delle api
Morti 190 milioni di insetti in provincia. Causa: i prodotti chimici antiparassitari
ANDREA ROSSI
TORINO
Diceva Albert Einstein – ma qualcuno dubita che la frase sia sua – che «se le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita».

Se così fosse non ci resta molto. Perché le api stanno morendo, vittime si una strage che dura da oltre un anno e nelle regioni più colpite – Piemonte e Lombardia - secondo le associazioni di apicoltori si è già portata via almeno il trenta per cento degli insetti.

Quasi 200 milioni di esemplari in provincia di Torino. Un miliardo in tutta la regione, la terza in Italia per numero di alveari (oltre 100 mila) e per miele prodotto (1.500 tonnellate l’anno).
La carneficina è cominciata nel 2007. Livelli altissimi di mortalità, proprio in questa stagione, in coincidenza con la semina del mais. «Sembrava assurdo – racconta Ulderica Grassone, un’apicultrice torinese -. Invece è accaduto di nuovo, e con maggior virulenza: tappeti di api morte davanti agli alveari».

Inspiegabile, finché da una serie di analisi è emerso il verdetto temuto: «In tutti gli insetti morti si annidavano tracce di neonicotinoidi, sostanze presenti nei concianti, quei prodotti chimici usati in agricoltura per proteggere i semi dai parassiti». «Se c’erano dubbi, la corrispondenza tra tutte queste morti e la semina conferma i nostri timori – aggiunge Giancarlo Naldi, presidente dell’Osservatorio sulla produzione del miele -. Anche perché la strage si è verificata soltanto nel Nord-Ovest, dove si fa ampio uso di certi fitofarmaci».

Sembra una storia di agricoltura contro agricoltura, se non fosse che rischiano di rimetterci tutti. A cominciare dalle api, sterminate dalla semina del mais. «I neonicotinoidi filtrano nella linfa e vi restano per tutta la vita della pianta – spiega Francesco Panello, presidente dell’Unaapi, associazione piemontese di produttori -. Si annidano nel polline. Nel nettare. E uccidono le api. Intere famiglie si sono spopolate. Milioni di api battitrici, quelle che vagano in cerca del nettare, sono morte». È come se un’epidemia si fosse abbattuta sugli alveari. «Le api avvelenate potrebbero aver infettato anche le altre – dice Ulderica Grassone -. Le famiglie che si salveranno dall’avvelenamento rischiano di essere come un malato guarito da un tumore: deboli, fragili, vulnerabili».

I produttori già stimano i danni. Lo sterminio potrebbe provocare un crollo nella produzione di miele anche del trenta per cento rispetto a un 2007 già a tinte fosche. In provincia di Torino ci sono un migliaio di apicoltori; 130 sono professionali, e rischiano di rimetterci oltre un milione di euro nell’immediato. «Abbiamo trascorso l’inverno a fare nomadismo (il tipo di allevamento che si basa sullo spostamento degli alveari per utilizzare diverse zone nettarifere): non per produrre miele ma per scappare dai veleni. E nonostante tutto molti hanno subito danni enormi», racconta Panella.

Non saranno gli unici. «I danni, per l’agricoltura, saranno notevoli – prevede Paola Ferrazzi, che insegna Entomologia forestale, ambientale e apidologia alla facoltà di Agraria, a Torino -. L’ape è l’unico insetto che può impollinare nei frutteti, resi sterili dai trattamenti chimici. Le coltivazioni di frutta saranno le prime a risentire di questa morìa. Senza dimenticare molte piante spontanee».

Un’altra certezza riguarda noi: «Le api sono un rilevatore ambientale. Forniscono la misura dell’inquinamento del territorio». Se muoiono in massa c’è poco da stare allegri.

4 Comments:

Blogger none said...

Ma sì in america sono già crepate tutte da tipo due anni. Non ho letto il post perchè molti giornalisti scrivono in maniera sì piatta che rischio di cadere come uomo morto cade però forse c'era scritto o forse ti dico una cosa nuova. Per supplire alla carenza di api si ricorre ai bombi.
Ma quanto ingegnoso è l'uomo??

07 maggio, 2008 20:50  
Anonymous Anonimo said...

e quindi per supplire alla carenza futura di uomini??
Fra

p.s. l'anno scorso avevo 4 arnie..
quest'anno neanche una..

09 maggio, 2008 16:02  
Blogger none said...

niente. la razza umana come molte è destinata ad estinguersi perchè si è sviluppata troppo velocemente ed è incompatibile con l'ambiente.
Quindi quando gli alieni sbarcheranno sulla Terra troveranno dei batteri rinsecchiti e diranno CAZZO QUI UNA VOLTA C'è STATA LA VITA!!!
Déjà vu?

09 maggio, 2008 20:31  
Blogger none said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

09 maggio, 2008 20:31  

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